Sunday, January 21, 2007

L'essenza della vita

L'essenza della vita
Scritto da selvaggia il 27/06/2006 12:30



L'uomo nasce per scoprire la vita, ma tutto dipende da lui. Può lasciarsela fuggire: può continuare a respirare, a mangiare, può continuare a invecchiare e a procedere verso la tomba..ma questa non è vita. Dalla culla alla tomba, ci si incammina gradualmente verso la morte: una morte progressiva che impiega settant'anni a compiersi. Milioni di persone intorno a te muoiono di una morte lenta e graduale, quindi anche tu cominci a imitarli. I bambini imparano tutto dalle persone che hanno intorno, e noi tutti siamo circondati da persone morte.
La vita non dev'essere solo un cammino verso la vecchiaia, ma una crescita continua. Crescere significa penetrare, momento per momento, sempre più in profondità, l'essenza della vita; non significa avvicinarsi alla morte, ma allontanarsi sempre più dalla morte. Ti allontani sempre più dalla morte, finchè a un certo punto non ti accorgi che morire non è altro che cambiare d'abito, cambiare la propria casa, sostituire una forma con un'altra. Niente mai muore, niente può morire. La morte è il fenomeno più illusorio che ci sia.
La meditazione è il principio della vita. Il più adatto è il bambino, perchè non è ancora appesantito dalla conoscenza, dalla religione, dall'educazione: è innocente; ma sfortunatamente la sua innocenza viene giudicata come ignoranza. Il bambino non ha ambizioni, nè desideri; è talmente assorto nel momento presente...Basta una farfalla con i suoi bellissimi colori, oppure un arcobaleno, e il bambino non riesce più a immaginare come possa esserci qualcosa di più importante e più ricco di quell'arcobaleno. L'innocenza è ricca, è traboccante, è pura. L'ignoranza è povera, è un continuo elemosinare: vuole questo, vuole quell'altro, vuole la conoscenza, la ricchezza, la rispettabilità, il potere. L'ignoranza procede sul cammino dei desideri, l'innocenza è uno stato di assenza di desideri. In qualsiasi momento tu ti renda conto di esserti lasciato sfuggire la vita, sappi che la sorgente a cui devi ritornare è l'innocenza. Nasci una seconda volta, torna di nuovo innocente. Ripulisci la tua mente di tutto ciò che non conosci direttamente, di tutto ciò che hai preso in prestito, che hai ereditato come una convenzione, o che ti è stato dato da altri. La meditazione ti separa da tutto quello che non ti appartiene, lasciandoti soltanto ciò che è il tuo essere autentico.
Tutto il resto viene bruciato, e tu rimani nuudo, solo, esposto al Sole e ai venti. Non sai niente, hai tutto da scoprire, devi cominciare la ricerca, devi partire per il pellegrinaggio..
..Le persone non sanno chi siano veramente, eppure cercano di diventare qualcuno..senza neppure conoscere se stesse!
Rendi ogni cosa che fai un atto di creatività, impara a rendere la peggiore delle situazioni il momento più bello della tua vita: questa io la chiamo "arte".
Io vi dico che la vita non è una prigione, non è un castigo, ma una ricompensa, data solo a chi l'ha guadagnata, a chi l'ha meritata. Ora hai il diritto di godertela, anzi, commetti un pecato se non lo fai. Farai un affronto all'esistenza se non la renderai più bella, se la lascerai come l'hai trovata. No: prima di andartene, lasciala un pò più felice, un pò più bella, un pò più ricca di una nuova fragranza.

OSHO

Friday, January 12, 2007

Wislawa Szymborska - La fine e l'inizio

Sono entrambi convinti
che un sentimento improvviso li unì.
E' bella una tale certezza
ma l'incertezza è più bella.
Non conoscendosi prima, credono
che non sia mai successo nulla fra loro.
Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi
dove da tempo potevano incrociarsi?
Vorrei chiedere loro
se non ricordano -
una volta un faccia a faccia
forse in una porta girevole?
uno "scusi" nella ressa?
un "ha sbagliato numero" nella cornetta?
- ma conosco la risposta.
No, non ricordano.
Li stupirebbe molto sapere
che già da parecchio
il caso stava giocando con loro.
Non ancora del tutto pronto
a mutarsi per loro in destino,
li avvicinava, li allontanava,
gli tagliava la strada
e soffocando un risolino
si scansava con un salto.
Vi furono segni, segnali,
che importa se indecifrabili.
Forse tre anni fa
o il martedì scorso
una fogliolina volò via
da una spalla all'altra?
Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.
Chissà, era forse la palla
tra i cespugli dell'infanzia?
Vi furono maniglie e campanelli
in cui anzitempo
un tocco si posava sopra un tocco.
Valigie accostate nel deposito bagagli.
Una notte, forse, lo stesso sogno,
subito confuso al risveglio.
Ogni inizio infatti
è solo un seguito
e il libro degli eventi
è sempre aperto a metà.

(Wislawa Szymborska - La fine e l'inizio)

Sunday, January 07, 2007

Il porcellino e i lupi

Il porcellino e i lupi




C'era una volta un porcellino che abitava proprio in mezzo alla foresta. Un giorno, mentre cucinava il pranzo, un lupo bussò alla sua porta.
- Fammi entrare, fa tanto freddo qua fuori!
- Non ti faccio entrare, perchè mi mangeresti!
- Fammi entrare almeno una zampa posteriore!
Il porcellino fece entrare una zampa posteriore del lupo, ma intanto mise a bollire una grossa pentola piena d'acqua.
Dopo un pò il lupo disse:
- Fammi entrare anche l'altra zampa posteriore!
Il porcellino acconsentì. Ma il lupo volle di più:
- Fa' entrare anche le altre due zampe!
Il porcellino fece entrare anche le altre due zampe. Il lupo disse di nuovo:
- Fammi entrare del tutto, vedrai che non ti farò del male!
Allora il porcellino accostò un grande sacco alla porta in modo che il lupo, indietreggiando, entrasse in esso. Poi chiuse velocemente il sacco e gli buttò sopra tutta l'acqua bollente. Il lupo urlò dal dolore: l'acqua gli portò via tutta la pelliccia. Finalmente si liberò e corse a chiedere aiuto. Più tardi tornò insieme ai suoi compagni e cominciarono a cercare il porcellino. Finalmente lo trovarono in cima a un grande albero. Tennero consiglio come arrivarci, visto che nessuno di loro sapeva arrampicarsi sull'albero. Decisero di salire uno sull'altro, così sarebbero arrivati alla giusta altezza. Sotto sotto stava proprio il lupo pelato, perchè aveva paura dell'altezza. Mancava poco ad acchiappare il porcellino quando egli esclamò d'improvviso:
- Acqua bollente per il pelato!
Il lupo pelato si spaventò e scappò, facendo cadere tutti i suoi compagni. Corse tanto lontano, che non lo rividero più in quella zona. Andarono via pure gli altri lupi, così il porcellino potè tornare a casa sua; i lupi non gli avrebbero dato più fastidio.